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~ 'Gnatia Lymphis iratis exstructa'

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Archivi Mensili: novembre 2014

Area ex Cementeria Monopoli – Considerazioni del Coordinamento Cittadino delle Associazioni, dei Comitati, dei Movimenti ed esponenti di Forze politiche di opposizione sulla convocazione del 21 ottobre 2014 della I Commissione Consiliare Urbanistica

15 sabato Nov 2014

Posted by terradegnazia in Ambiente, Cittadinanza, Territorio, Urbanistica

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Pubblichiamo il documento redatto, con considerazioni dal Coordinamento Cittadino delle Associazioni, dei Comitati, dei Movimenti ed esponenti di Forze politiche di opposizione, di cui Terra d’Egnazia è parte attiva, a proposito della convocazione dell’ultima convocazione della I Commissione Consiliare Urbanistica – Area ex Cementeria

Al Presidente della I Commissione Consiliare Urbanistica
avv. Giacomo Piepoli

e p.c.:
Al SINDACO del COMUNE di MONOPOLI
ing. Emilio Romani
All’Assessore all’Urbanistica del COMUNE di MONOPOLI
avv. Stefano Lacatena
All’Assessore all’Assetto del Territorio della Regione Puglia
arch. Angela Barbanente
Oggetto: Incontro Prima Commissione Consiliare Urbanistica aperta del 21 ottobre 2014. Considerazioni.

Con la presente il Coordinamento fa il punto sui lavori del Tavolo aperto ed esprime le sue considerazioni in merito al prosieguo dello stesso.
Sono ormai 11 mesi che continuiamo a chiedere le stesse identiche cose e l’Amministrazione, attraverso i suoi referenti al tavolo, invece di rispondere alle domande, monotonamente ripete: “…bisogna andare avanti”, “…la cosa più importante è demolire al più presto l’esistente” e, incredibilmente, senza aver chiarito né criteri né dati tecnici, “…attendiamo proposte dai cittadini”.

La convocazione del 21 ottobre scorso, a distanza di ben 7 mesi dalla precedente, non ha apportato alcuna novità e non certo per latitanza delle realtà di Cittadinanza Attiva. Fin dall’inizio, infatti, il Coordinamento ha presentato a più riprese contributi e documenti (sia di indirizzo teorico critico metodologico sia di carattere tecnico operativo procedurale) con un invito costante: regole e tempi certi, alti standard qualitativi, ambientali e progettuali. Inoltre il Coordinamento è stato promotore, lo scorso 9 maggio, di un incontro pubblico “Area ex Cementeria. Chiarezza Qualità Partecipazione”, con la presenza di esperti e amministratori (locali e regionali). Dai contenuti emersi durante l’incontro è scaturito un Documento tecnico che, frutto del coinvolgimento di esperti in varie materie, dopo esser stato consegnato pubblicalmente durante il Consiglio Comunale del 4 agosto 2014, non ha ricevuto ancora alcuna risposta da parte dell’Amministrazione. Eravamo convinti che ciò sarebbe avvenuto almeno in occasione del recente incontro della I Commissione invece il testo, e le questioni in esso contenute, non erano state nemmeno lette da chi di dovere.

Il Sindaco, presente all’incontro, ha elargito pillole di saggezza, interpretando le recondite ragioni (a lui sconosciute perché assente) dell’architetto Renzo Piano nel rifiutare l’incarico offertogli, e ha condiviso visioni urbanistiche “lungimiranti”, ipotizzando lo spostamento di volumi, ancora non meglio precisati, dal porto alla periferia urbana e avanzando l’ipotesi di stravolgere il neonato Piano urbanistico con la modifica della destinazione del previsto porto turistico, a nord di quello attuale, in un futuristico porto commerciale d’importanza nazionale. In concreto, il primo Cittadino continua a essere il fautore del rapido abbattimento a tutti i costi senz’alcuna idea di futuro per quell’area (sollevando peraltro perplessità anche sulla legittimità procedurale dell’opera).

Non un dirigente presente, per rispondere alle domande o per raccogliere richieste di atti e documenti, non un segretario a registrare e verbalizzare adeguatamente l’incontro. Nella sostanza la chiara sensazione di un incontro istituzionale di serie “B”, convocato solo per poter adempiere obblighi legislativi, senza alcun amore né attenzione alla partecipazione dei cittadini. Anche gli inviti, scarni e passivamente collegati solo a chi nei mesi ha tenuto duro, confermando di volta in volta la volontà di continuare a partecipare, evidenziano l’assoluto disinteresse per un autentico percorso di pianificazione partecipata.

La SoleMare, neo proprietaria dell’ex area Italcementi, unica in grado di rispondere sulla ripresa dei lavori di “demolizione” (guai a chiamarli di “bonifica”), sulle centraline di monitoraggio (spostate altrove nel momento in cui erano più necessarie), sulle ragioni della rinuncia all’incarico da parte di Renzo Piano (avendo la Società, da sola, curato i contatti con lo studio dell’architetto), neanche a dirlo era assente.

Un breve riepilogo. A metà dicembre 2013, le prime richieste, subito dopo la mobilitazione affinché non si permettesse alla General Smontaggi, ditta specializzata nella bonifica di zone industriali dismesse, di abbandonare il cantiere, sono state il monitoraggio degli agenti inquinanti presenti e la caratterizzazione di manufatti e terreni, in parte, ancora oggi, inevase.
Contemporaneamente era stata sollevata la questione della poca chiarezza sulle regole e sulla loro interpretazione, elementi fondamentali per passare alla fase operativa vera e propria.
Nel frattempo il Coordinamento aveva suggerito il coinvolgimento di un architetto di chiara fama, esperto sul tema della riqualificazione di un’area portuale e capace di valorizzare con tale intervento progettuale il water-front urbano e l’immagine complessiva della città, garantendo una progettazione di altissima qualità. Era stato avanzato il nome dell’architetto Renzo Piano di Genova, condiviso da tutti ma successivamente contattato dalla sola Proprietà privata, senza alcuna rappresentanza istituzionale e politica della comunità cittadina. Inoltre si chiedeva che la Commissione Urbanistica aperta esprimesse una sua rappresentanza, con competenze professionali specifiche, che presenziasse al tavolo tecnico, sul quale l’Amministrazione comunale e i tecnici dei Privati coinvolti, avrebbero affiancato il lavoro del progettista incaricato.
Infine il Coordinamento aveva sollecitato l’attivazione di processi partecipativi di pianificazione con l’ausilio di un facilitatore esperto o di un tecnico di garanzia e, soprattutto, l’estensione della stessa pianificazione all’intera area portuale (contestualmente alla redazione del nuovo Piano Regolatore Generale del porto di Monopoli). Nulla di tutto ciò è stato fatto in questi lunghi mesi.

Nonostante il rigore delle considerazioni esposte nel documento tecnico consegnato in Consiglio Comunale lo scorso 4 agosto, in cui si evidenziavano le criticità degli argomenti sopramenzionati, quando, dopo 7 mesi, è stata finalmente convocata la I Commissione consiliare urbanistica aperta non viene affrontato nessuno dei problemi sollevati, anzi, non viene detto assolutamente niente di nuovo. Peggio. Da un lato si difende la scellerata scelta della Proprietà privata di aver fatto ripartire i lavori di demolizione in assenza della centralina di monitoraggio (installata dall’Arpa all’inizio dell’estate e spostata qualche settimana fa a Gravina in Puglia per necessità di servizio). Si rifiuta la richiesta del Coordinamento, dei Consiglieri comunali del NCD (Angela Pennetti e Giovanni Palmisano) e del Consigliere comunale di “Manisporche” (Angelo Papio) di sospendere i lavori in attesa della reinstallazione di una efficiente centralina di monitoraggio delle polveri.

Tanto premesso il Coordinamento Cittadino, al fine di poter proseguire nella partecipazione ai lavori della I Commissione urbanistica aperta chiede il rispetto delle seguenti condizioni:

1. Immediata sospensione dei lavori di demolizione nell’area SoleMare fino alla ricolloca-zione della centralina di monitoraggio (da 2 mesi i lavori sono ripresi senza alcun controllo).

2. Designazione di un Segretario che garantisca:

la puntuale verbalizzazione degli incontri, con successiva pubblicazione sul sito web istituzionale del Comune;

la necessaria estensione degli inviti, oltre alle realtà di cittadinanza attiva (il cui elenco sarà fornito qui in allegato), alle diverse proprietà private presenti nell’area in esame, all’Autorità Portuale del Levante, all’Ufficio Regionale del Demanio, alla Capitaneria di Porto, alla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, all’Ufficio della Dogana, alle Utenze portuali (Armatori, Cooperative di pescatori, Cantieri navali, Circoli sportivi, Circoli nautici), alle varie realtà imprenditoriali presenti nell’area (Concessionari di aree demaniali, Esercizi commerciali, Distributori di carburante), alle Associazioni di Categoria cittadine, alle Organizzazioni studentesche e sindacali;

la raccolta delle richieste emerse durante gli incontri e il conseguente reperimento dei documenti o, se necessario, il coinvolgimento diretto dei Dirigenti di competenza.

3. Nomina di un Facilitatore professionista che coadiuvi il percorso partecipativo almeno nella sua fase di avviamento secondo metodologie normate e sperimentate.

4. Costituzione di un Tavolo Tecnico, che dovrà affiancare il professionista incaricato della progettazione generale, al quale sia presente, insieme a Comune, Utenze, Demanio, Autorità Portuale e Proprietari delle aree coinvolte, anche una Rappresentanza tecnica di tutte le altre realtà cittadine (Associazioni, Categorie lavoro, Studenti, Sindacati) presenti nella I Commissione consiliare urbanistica aperta.

Monopoli, 12 novembre 2014

Il Coordinamento Cittadino
delle Associazioni, dei Comitati, dei Movimenti
ed esponenti di Forze politiche di opposizione

segreteria operativa: antonio amodio – aman1410@live.it – tel. 3887402076

Di seguito i link del documento in tre parti, relativo alla manifestazione del 9 maggio 2014

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https://terradegnazia.wordpress.com/2014/05/21/monopoli-area-ex-cementeria-i-parte/

https://terradegnazia.wordpress.com/2014/05/

https://terradegnazia.wordpress.com/2014/06/

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Area Ex Cementeria Monopoli Comunicato Stampa del 04/08/2014 del coordinamento cittadino di associazioni, movimenti e forze politiche di opposizione.

15 sabato Nov 2014

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COMUNICATO STAMPA (del 04.08.2014)
Il Coordinamento Cittadino delle Associazioni, dei Comitati, dei Movimenti ed esponenti di Forze politiche di opposizione di Monopoli, alla luce di quanto emerso nell’incontro pubblico sul “Nodo Cementeria”, svoltosi il 9 maggio scorso presso l’Auditorio di Musica d’Attracco, considerato che la I Commissione Urbanistica aperta non è stata più convocata dal 21 marzo scorso e nel contempo si è avuta notizia dalla Stampa dell’iniziale accettazione e successivo rifiuto dell’architetto Renzo Piano a progettare il Master Plan dell’Area Portuale di Monopoli, senza peraltro averne avuto alcuna comunicazione ufficiale, ha chiesto a un gruppo di professionisti di approntare una sintesi delle problematiche emerse intorno all’area interessata. Il documento allegato è il risultato di questo impegno assolto e il Coordinamento, nel presentarlo pubblicamente, lo sottoscrive facendolo proprio e sulla base di esso si riserva di chiarire, approfondire ed eventualmente riconsiderare la sua posizione e il suo ruolo al Tavolo della I Comissione Consiliare Urbanistica aperta.

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segreteria operativa: antonio amodio – aman1410@live.it – tel. 3887402076

RICOSTRUZIONE STORICA E CONSIDERAZIONI TECNICO-PROFESSIONALI
SULLA VICENDA DELL’EX CEMENTERIA E DELL’INTERA AREA PORTUALE

I dubbi interpretativi sulle norme relative all’area portuale di Monopoli

Il PUG adottato il 22 dicembre 2007 prevedeva per l’ambito portuale P1, indici urbanistici e diritti edificatori solo per l’area a monte di via Nazario Sauro, quella definita “di riqualificazione”, in ragione di un indice di 0,90 mq di superficie costruita per ogni metro quadrato di area. In alternativa, la norma permetteva la demolizione e ricostruzione della volumetria esistente nella sola area di riqualificazione, qualora questa avesse superato i diritti edificatori calcolati sulla base dell’indice, eventualità che tuttavia nella fattispecie non si verificava. In pillole, poiché la superficie dell’area di riqualificazione era pari a circa 37.000 mq, ne derivavano diritti edificatori per circa 33.000 mq di cui circa 10.000 per uso residenziale e 23.000 per terziario.
A marzo del 2009, poco prima di discutere le osservazioni al PUG, veniva assentita una variante con cui si approvava in maniera definitiva la lottizzazione SICIE, in seguito alle decisioni del Consiglio di Stato. Pertanto la superficie dell’area di riqualificazione si riduceva a 14.000 mq in quanto veniva sottratta una superficie pari a 23.500 mq. Quindi i diritti edificatori diventavano circa 13.000 mq di cui 4.000 residenziali e 9.000 commerciali.
Il PUG adottato il 22 dicembre 2007 non assegnava un indice edificatorio all’area per attività portuali, quella posta a valle di via Nazario Sauro e occupata dai fabbricati del Cementificio, in quanto questa superficie doveva essere ceduta al Comune. Tantomeno era prevista la possibilità di beneficiare della volumetria esistente, quasi per intero di tipo produttivo-industriale, per trasformarla in superficie costruita residenziale o terziaria.
Con l’approvazione delle osservazioni al PUG nel luglio 2009, tutto cambia, poiché la radicale modifica strutturale dell’articolo 26 del PUG Programmatico, produce conseguenze molto rilevanti in termini quantitativi.
Difatti l’indice urbanistico di 0,90 mq/mq previsto nel PUG adottato, viene suddiviso attribuendo lo 0,70 all’area di riqualificazione (a monte di via Nazario Sauro) e lo 0,20 all’area destinata ad attività portuali (a valle di via Nazario Sauro), stabilendo destinazioni diverse per i due ambiti ed aumentando al 40% la quota residenziale.
Ma un passaggio aggiunto nel testo della norma avrà come conseguenza l’aumento a dismisura dei diritti edificatori. Difatti l’art. 26, comma 6, stabilisce che il proprietario dell’area di riqualificazione possa optare per l’indice urbanistico di 0,70 oppure per la volumetria esistente nell’intero ambito portuale, dunque anche nell’area per attività portuali posta a valle di via N.Sauro. In buona sostanza questa piccola modifica consente di utilizzare – come base del conteggio dell’edilizia da costruire – tutta la volumetria esistente nell’ex Cementificio.
La stessa possibilità non viene contemplata per quelle proprietà che, come l’oleificio Marasciulo, insistono solamente nell’area per attività portuali. Eppure, nonostante tale stortura, la Giunta Comunale nel giugno 2012 ha approvato uno Schema d’Assetto – proposto dall’Italcementi – nel quale, contravvenendo alla norma testè citata, si riconosce anche all’oleificio Marasciulo, il diritto di demolire e ricostruire la volumetria dei fabbricati oggi esistenti nell’area per attività portuali.
In conclusione: attraverso le “osservazioni al Piano” si è compiuta una moltiplicazione delle superfici edificabili che sono così passate da 13.000 mq a 51.000 mq, introducendo, tra l’altro, una disparità di trattamento tra i due principali proprietari delle aree private dell’ambito portuale P1. Disparità che dovrà pur essere risolta nello spirito perequativo, ovvero di equa distribuzione di oneri e onori tra i proprietari di aree contermini, che caratterizza il PUG di Monopoli sin dai suoi principi basilari.

Ogni intervento urbanistico deve essere eseguito solo dopo un adeguato Schemad’Assetto Partecipato, d’iniziativa pubblica e approvato in Consiglio Comunale

Indipendentemente da questa situazione amministrativa, con le quantità edificabili cresciute a dismisura, occorre definire collegialmente i termini e le condizioni del processo decisionale che porterà alla costruzione di un importante pezzo di città, perseguendo gli obiettivi della massima trasparenza, condivisione e qualità.
Lo “schema di assetto” della zona P1 deve definire obiettivi strategici e contenuti progettuali tali da delineare in maniera chiara e comprensibile quale debba essere la configurazione fisica dell’insediamento conseguente alla trasformazione urbanistica, quale il suo ruolo nello scenario dell’intera città e nel corso dei prossimi decenni, quali nuove polarità funzionali esso si candiderebbe ad ospitare, quali centralità riuscirebbe a generare.
Lo schema di assetto, quindi, non può essere inteso solo come lo strumento attraverso cui dimostrare il corretto inserimento delle volumetrie private nell’area di studio e, ancor meno, giustificare le scelte progettuali in funzione di tali volumetrie (si pensi in particolare alle ipotesi di deviazione dell’asse di via Nazario Sauro formulate nello schema di assetto proposto dall’Italcementi nel 2011, determinate unicamente dalla necessità di dare sufficiente spazio ai volumi di proprietà privata).
Lo schema di assetto, al contrario di quanto sino ad oggi si è visto, deve essenzialmente definire la parte pubblica – nelle sue forme e funzioni – e come essa si relazioni alla parte privata; deve “spiegare” i nessi di relazione con il porto e le sue utenze, con la città, con la struttura urbana, con l’assetto morfologico, con le altre polarità funzionali, con l’impianto stradale, con il sistema della mobilità. Occorre guardare al breve e al medio-lungo termine, allo stato attuale e alle prospettive di sviluppo delineate nel PUG, con riferimento anche alle ulteriori previsioni progettuali definite lungo la costa nord-occidentale e inquadrate negli altri ambiti portuali P2 e P3.
Per le stesse ragioni, è indispensabile che lo “schema di assetto” sia coordinato
dall’Amministrazione Comunale – in quanto garante dell’interesse pubblico – e condiviso, nella discussione, con l’intera città. La rilevanza strategica dell’area interessata impone il più ampio coinvolgimento della popolazione con forme e modi che consentano la massima partecipazione della gente (con la formula, per esempio, di una Commissione Consiliare urbanistica aperta a tutte le realtà associative, culturali politiche e di categoria interessate, che svolga davvero in modo sostanziale ed efficace la sua funzione). L’iter progettuale, poi, deve passare attraverso un tavolo tecnico attorno al quale possano interfacciarsi i professionisti incaricati, i tecnici comunali dell’Ufficio di Piano e una rappresentanza degli organismi di cittadinanza attiva. La sua approvazione, infine, indipendentemente dalle procedure di legge in vigore, deve avvenire in Consiglio Comunale, luogo deputato a rappresentare la totalità della popolazione.

Qualità del paesaggio urbano e qualità dell’architettura.                            Soddisfare i legittimi interessi individuali in un quadro progettuale ampio, di alta qualità, che parta dagli interessi collettivi

Viste l’importante dimensione e la posizione strategica dell’ambito portuale in relazione al tessuto della nostra città, riteniamo decisivo, per il destino dell’identità di Monopoli, che la sua progettazione venga improntata ad obiettivi imprescindibili di alta qualità del disegno urbano e delle architetture.
Come misurare o definire la qualità di un progetto urbano o di architettura? Non è una materia in cui valgano formule precostituite e nel dibattito corrente gli argomenti possono portare in direzioni opposte. Ma un concetto che potrebbe forse definire la buona qualità di un progetto raccogliendo più adesioni che contrasti, è quello di adeguatezza.
Un buon progetto non è pretenzioso né sciatto, non è al di sopra o al di sotto delle righe ma cerca di essere adeguato alla circostanza in cui si genera e prende forma. Una circostanza che va considerata tutta assieme nei suoi diversi aspetti dell’economia, delle risorse, dell’etica, dell’estetica. Un buon progetto risponde in maniera adeguata alle aspirazioni di una comunità consapevole, cerca e trova corrispondenza con quanto la realtà richiede ed è sempre il frutto di una adeguata meditazione sui principi e sulle ragioni che lo sorreggono, condizione che lo pone al di sopra e al di là delle mode e delle forme espressive che si susseguono nel corso del tempo.
Monopoli vanta un impianto medievale e uno ottocentesco nobili e ben sposati tra loro, che hanno generato un disegno urbano in cui, a distanza di due secoli, la città ancora si riflette e si identifica. Abbiamo poi prodotto, in anni recenti, pessimi esempi di urbanistica “zigzagante”, conformata alla logica particellare e individualistica del prevaricante interesse privato. Esempi nei quali non sono leggibili, se non in piccole e sporadiche tracce, un disegno organico e complessivo della città moderna e una ragione condivisa della città stessa. Così la città offre di sé, ai suoi cittadini e a chi la conosce solo di passaggio, un’immagine duplice: ai nuclei storici fortemente riconoscibili nella loro identità, si giustappone una città sconnessa e senza connotati.
Se, come crediamo, per le città italiane e per Monopoli si apre nell’immediato futuro uno scenario di ristrutturazione urbana e di ripensamento sugli errori passati, questa occasione epocale non può essere trascurata e lasciata pascolare in un consueto processo decisionale di routine, ma deve diventare un germe di buone pratiche amministrative e un momento di riqualificazione urbana capace di irradiare effetti benefici al suo intorno.
Occorre riprendere a progettare la città partendo dalla forma dello spazio pubblico e dalla consapevolezza che una logica comunitaria debba tornare a sovrintendere alle trasformazioni urbane. Occorre riportare in primo piano il concetto di costruzione della città come fatto di interesse collettivo, condiviso tanto dagli operatori quanto dai semplici utenti; prodotto dell’ingegno in cui i cittadini si riconoscano e i visitatori riconoscano l’animo dei cittadini.

Il progetto della città e la forma dello spazio pubblico

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In sintesi, le recenti modifiche alle norme, successive all’adozione del Pug, hanno prodotto un consistente incremento di superfici edificabili nell’area di riqualificazione portuale, con conseguente oggettiva difficoltà di allocazione dei volumi.
Un approccio moderno, nello spirito dettato dall’attuale legislazione della Regione Puglia, impone un autentico percorso partecipato della città alle diverse fasi della pianificazione, con un’efficace strutturazione dell’organismo di coordinamento, che deve collaborare alla progettazione delle aree strategiche e contribuire alla riqualificazione dell’intero paesaggio urbano, interfacciandosi con un vero e proprio Ufficio di Pianificazione Integrata.
Il criterio di “adeguatezza” aiuta a definire e misurare la qualità di un progetto urbano o architettonico e consente a un’intera comunità di coadiuvare, se non condurre, processi complessi di trasformazione urbana condivisi ed esteticamente pregnanti.

Monopoli, 31 luglio 2014

Il Coordinamento Cittadino delle Associazioni, dei Comitati, dei Movimenti ed esponenti di Forze politiche di opposizione di Monopoli.

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