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Terra d'Egnazia

~ 'Gnatia Lymphis iratis exstructa'

Terra d'Egnazia

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Monopoli: La città che vorrei

21 mercoledì Mar 2018

 

In vista delle elezioni amministrative monopolitane del prossimo 27 maggio, dando seguito ed evidenza al lavoro svolto negli ultimi cinque anni insieme ad altre associazioni, Terra d’Egnazia chiede a tutte le forze politiche ed ai rispettivi candidati sindaci, di mettere al centro dei propri programmi le questioni ecologiche legate allo sviluppo economico della città.

Riteniamo che le due parole appena citate, Ecologia ed Economia, ad un primo approccio apparentemente in contrasto tra di loro, siano invece una contenuta nell’altra. Facciamo particolare riferimento al libro di Ferdinando Boero – “Economia senza natura. La grande truffa”

Se è vero infatti che la natura è arrivata prima dell’economia, è altrettanto vero che oggi il mondo è governato da economisti che si rifiutano di tener conto dell’ecologia, e che guardano con superiorità a qualsiasi soluzione amica dell’ambiente. Non capiscono però che l’economia è un corollario dell’ecologia, e che potrà continuare a esistere solo se saprà essere un’economia della, e non senza, natura. Perché quest’ultima, prima o poi, presenta il conto.

Jorge Mario Bergoglio (Papa Francesco), nella sua ultima Enciclica, “Laudato sì” afferma:

“Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio anche sull’economia e sulla politica. L’economia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto, senza prestare attenzione a eventuali conseguenze negative per l’essere umano. La finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale”.

Che cosa intendiamo per ambiente? Possiamo affermare che l’insieme dei luoghi frequentati abitualmente dall’individuo e dal gruppo al quale appartiene costituiscono quello che i geografi chiamano “spazio vissuto”, espressione che indica la territorialità umana, l’ecologia insediativa dell’uomo, l’ambiente di vita connotato da elementi come il senso di appartenenza, l’emotività, la storia personale e familiare, le vicende collettive della comunità.

Alla percezione dello spazio vissuto contribuiscono non solo le esperienze affrontate in prima persona, ma anche letture e narrazioni familiari che portano all’elaborazione mentale del senso del luogo.

Possiamo ragionevolmente dire che questi “spazi vissuti” sono quelle porzioni di territorio ricche di beni culturali, storici, artistici e naturalistici, che costituiscono di per sé bene paesaggistico, oggi tutelati definitivamente dal  “Codice dei beni culturali e del paesaggio”.

Paesaggi possono essere anche “visioni” o “pre-visioni” che ognuno di noi riesce ad avere o gli scenari che riesce a prefigurare, degli spazi, dei luoghi della memoria e del presente, i propri spazi appunto, quelli della quotidianità. Il loro variare dipende molto dalle nostre azioni di individui posti in una comunità che, con le sue regole, ne decreta definitivamente le trasformazioni. È questo il “paesaggio culturale” a cui dovremmo ambire e di cui dovremmo essere pervasi cercando di mediare tra le parti chiamate in causa.

 

Indispensabile, in questo contesto, è maturare e promuovere una sensibilità ambientale che aiuti amministratori e cittadini a comprendere come il nostro territorio non rappresenti solo una risorsa da “sfruttare”, ma anche e soprattutto una risorsa da preservare e tutelare, in quanto vera e duratura ricchezza; ricchezza competitiva, che possiamo strategicamente utilizzare, ora e in futuro.

 

Si tratta quindi di scegliere di essere cicala o perseguire gli insegnamenti dei nostri nonni che, come formiche, sono riusciti a preservarci l’immenso patrimonio ormai apprezzato ed invidiato in tutto il mondo.

In quest’ottica emergono tutti i temi che sono alla base di un buon governo, ovvero quelli che riguardano i beni comuni, oggi strategicamente legati ad uno sviluppo che non può più considerare l’economia slegata dalla natura; ciò che oggi sintetizziamo in quel concetto, spesso abusato e distorto, di sviluppo sostenibile:

Ambrogio Lorenzetti: La città del buon governo.

Sul consumo di suolo

Legato al patrimonio agricolo ed al paesaggio agrario fonti primarie dell’economia locale fondata su agricoltura e turismo rurale.

Azioni suggerite:

  1. sottoscrizione della proposta di legge redatta dal FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO, per la “tutela del suolo e del paesaggio italiano”;
  2. adozione di un documento programmatico che incentivi la rigenerazione urbana per le nuove costruzioni, ponendosi come obbiettivo il consumo di suolo zero;
  3. promozione di un parco agrario, attraverso l’adozione della bandiera della pace dell’UNESCO strumentale per la difesa e la protezione dei tesori artistici e culturali in tutte le nazioni, da istituire nei territori rurali storici della Piana degli ulivi monumentali già inseriti nel paesaggio rurale storico d’Italia e premiati dal Ministero delle Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali.
    Tale misura diventa per noi strategica e propedeutica per ambire  alla candidatura della Piana degli Ulivi a patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, che aggiungerebbe valore alla nostra enogastronomia con la creazione di un marchio di qualità dei prodotti della terra e del mare.

Conosciuto come il “ Patto e la Bandiera della Pace, fu ideata e disegnata da Nicholas Roerich il quale, deplorando la distruzione delle ricchezze artistiche nella prima guerra mondiale, concepì un trattato internazionale per la difesa e la protezione dei tesori artistici e culturali in tutte le nazioni, anticipando lo statuto e la protezione dell’arte e della natura dell’UNESCO, di circa 70 anni.

 

Sulla tutela del Borgo Antico

Con l’avvento del turismo di massa, il borgo antico si sta trasformando e tipizzando in alberghi diffusi, B&B, case vacanza e attività commerciali legate al turismo. Tutto ciò sta avvenendo senza alcuna programmazione  ma soprattutto non tenendo conto delle esigenze dei residenti. Il successo del Borgo Antico è da rintracciare proprio nel suo valore storico/sociale/architettonico fatto di abitanti, le “genti vive” che lo abitano, in quel mix eterogeneo di gruppi socialmente differenti all’interno della stessa area urbana sintetizzato nel concetto di mixitè.

Azioni suggerite:

  1. facendo riferimento alle politiche di rigenerazione integrata, volte a promuovere l’integrazione e la mescolanza sociale, crediamo sia di fondamentale importanza attivare politiche che favoriscano la mixitè, promuovendo la coesione sociale, la lotta alla segregazione e alla dispersione sociale e restituendo alla città gli spazi pubblici;
  2. favorire l’apertura ed il mantenimento di botteghe artigianali di eccellenza, (maestri d’ascia, lavorazioni del ferro battuto, falegnamerie, ecc.),
  3. valorizzare la cultura del mare e la storica marineria, completamente ignorata dalle passate amministrazioni, mediante l’istituzione del Museo del Mare attraverso la creazione di una Mappa di Comunità redatta con il coinvolgimento degli studenti delle scuole primarie e secondarie.

Rig centri storici

 

Sul monitoraggio della costa e sulla pianificazioni delle azioni a supporto di un turismo sostenibile – A cura di Giovanni Melchiorre

Per garantire il “corretto equilibrio fra la salvaguardia degli aspetti ambientali e paesaggistici del litorale monopolitano, la libera fruizione e lo sviluppo delle attività turistico ricreative” (art. 1 norme tecniche di attuazione del Piano Regionale della Costa), risulta fondamentale promuovere una relazione positiva tra tutela e sviluppo della costa.

Un modello di turismo sostenibile che riguardi la fascia costiera, con un’offerta che non duri solo i 2-3 mesi estivi, ma si sviluppi lungo l’intero anno, può essere attuato soltanto dopo un’accurata ricognizione dell’attuale stato dei luoghi ed una conoscenza di tutte le componenti culturali (storiche, fisiche, ambientali, paesaggistiche) degli stessi luoghi.

Negli ultimi 20 anni, la Città ha subito una crescita incontrollata di attività a supporto del turismo balneare, sulla base di strumenti di regolamentazione di rango comunale spesso in contrasto con le norme sovraordinate (regionali e nazionali). Lo stesso Piano Comunale delle Coste, il cui iter tecnico-amministrativo si è arenato dopo l’adozione del Novembre 2015, che molte aspettative ha indotto nella cittadinanza, risulterebbe comunque insufficiente a regolamentare l’attuale situazione di caos ambientale e paesaggistico che caratterizza la costa di Monopoli.
Infatti, la profondità della fascia demaniale che il PCC è chiamato a regolamentare risulta esigua, mentre, la maggior parte di “interventi” funzionali al turismo balneare sono stati realizzati su aree private, soggette, pertanto, alla pianificazione urbanistica comunale (P.U.G.).

Un tema di grande rilievo è quello della “gestione” della costa, con tutte le problematiche legate ai rischi, derivanti dall’elevata esposizione estiva a fronte di significative probabilità di crolli delle porzioni rocciose, ma anche di fenomeni quali l’erosione costiera delle porzioni sabbiose.

Azioni suggerite:

L’azione più importante per progettare un’offerta turistica di alto rango, che tenga conto della sostenibilità economica ed ambientale per attuare qualunque tipo di pianificazione territoriale (urbanistica, della viabilità, turistica, agricola, industriale, …) è il monitoraggio del territorio, fattibile con grande accuratezza grazie alla disponibilità di un’enorme mole di dati satellitari, disponibili giorno per giorno a costi molto vantaggiosi.

Fenomeni come l’arretramento della costa rocciosa e l’erosione delle porzioni sabbiose potrebbero essere conosciuti e studiati al fine di valutare le migliori soluzioni. La gestione delle spiagge, sia libere sia in concessione, risulterebbe molto più efficace, anche negli aspetti quotidiani, come l’oscillazione della linea di battigia e/o la gestione delle BVS (biomasse vegetali spiaggiate).
Tra le azioni già avviate che riguardano la costa vi è certamente il Piano Comunale delle Coste che, tuttavia, necessita di una profonda revisione prima dell’approvazione definitiva, azione questa che deve necessariamente partire dall’analisi delle osservazioni prodotte a seguito dell’adozione, con la massima partecipazione dei cittadini.

Risulta indispensabile, inoltre, programmare la rimozione di barriere e impedimenti al libero accesso al mare, con particolare attenzione al ripristino dei coni visivi.

 

Sulla Partecipazione

La tanto attesa partecipazione tra cittadini, lavoratori pubblici e amministratori, oggi disciplinata dalla L.R. N. 28 del 13/07/2017 per il perseguimento degli interessi generali, si è dimostrata negli anni passati un vero fallimento  (vedi tavoli partecipati nel progetto dell’area P1 dell’ex Cementeria e per la redazione del Piano Comunale della Costa)

Azioni suggerite:

Per favorire la partecipazione attiva e il civismo diffuso come fondamento di una comunità di cittadini è necessario:

  1. Disciplinare le forme di collaborazione tra cittadini, associazioni e amministrazione per la cura, la gestione condivisa dei beni comuni, attraverso l’adozione di un Regolamento della partecipazione attiva e per la collaborazione dei cittadini (prendendo spunto da città virtuose come Pistoia) da sottoporre a consultazione pubblica, sia attraverso incontri specifici dedicati alle realtà più attive del territorio, quali le associazioni, i comitati, il mondo della scuola, sia tramite la rete.
  2. valorizzare le libere forme associative;

 

Su Mobilità e spazi pubblici

Condividiamo e promuoviamo la visione e le proposte di riorganizzazione dello spazio pubblico al fine di migliorarne la qualità e la vivibilità, garantendo l’accessibilità e la sicurezza, che l’associazione #Salvaiciclisti Terre del Sud, in concerto con Terra d’Egnazia, ha redatto e proposto alle forze politiche monopolitane: “Mobilità urbana: la città che vorrei”

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Pubblicato da terradegnazia | Filed under Ambiente, Editoriale, Paesaggio, Territorio

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Infrastrutture, consumo di suolo, assetto del territorio

05 sabato Nov 2016

Posted by terradegnazia in Ambiente, Cittadinanza, Editoriale, Paesaggio, Territorio, Urbanistica

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Fasano, Infrastrutture, Mall, Ospedale, Palazzetto, Sport, Territorio

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“Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio anche sull’economia e sulla politica. L’economia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto, senza prestare attenzione a eventuali conseguenze negative per l’essere umano. La finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale”.
Jorge Mario Bergoglio, “Laudato sì”

“Il nostro mondo è in pericolo. La curva dell’economia sale, ma la curva dell’ecologia scende. L’uomo, in equilibrio precario sulla crescita dell’economia, sta per essere travolto dalla decrescita dell’ecologia. La natura ce la farà: per lei non ci sono problemi… Piuttosto siamo noi ad essere in pericolo, a causa del nostro sconsiderato successo”.
Ferdinando Boero, Economia senza natura. La grande truffa

Alla c.a.
Ill.mo sindaco di Fasano, dott. Francesco Zaccaria

La prossima realizzazione di infrastrutture come il Palazzetto dello Sport, lo Shopping Mall, le lottizzazioni ad uso residenziale (come per il recupero della ex siderurgica Liuzzi), e/o le per opifici ad uso artigianale, agricolo e industriale, il nuovo Ospedale (il quale, per quanto sorgerà sul territorio di Monopoli e non sia di stretto interesse amministrativo della nostra città, si rivolge alle cittadinanze di un’area vasta in sui è compresa la nostra comunità), offrono non pochi spunti di riflessione sul futuro del nostro territorio, sulle incidenze e ripercussioni ambientali, economiche e sociali.

Si tratta di questioni di fondamentale importanza alle quali spesso la cittadinanza e ancor più la politica non prestano la dovuta attenzione. Ciò accade, spesso, a causa della quasi totale mancanza di sensibilità, attenzione e formazione di base riguardo la natura essenziale del territorio. Sembra radicata nella mentalità dei più, la convinzione che il territorio, e più in generale la terra, sia un bene di consumo usa e getta, non un bene necessario e assoluto, sul quale si fondano in modo perenne la comunità umana, le sue radici culturali, la sua storia, la sua economia, il suo futuro.

Vorremmo sottoporre alla città, all’ill.mo sig. Sindaco, alla giunta amministrativa, al consiglio comunale, il nostro punto di vista a riguardo, affinché si avvii un percorso di discussione e confronto, che coinvolga tutta la comunità locale, gli organi istituzionali e tutte quelle personalità che possono offrire punti di vista e competenze a beneficio del territorio.

Molto sinteticamente, riteniamo sia necessario, urgente e non più rinviabile affrontare il problema tenendo conto di tre punti cardini, tre colonne portanti sulle quali fondare la realizzazione di opere che inevitabilmente impatteranno con il nostro territorio: 1) rispetto dell’ambiente; 2) utilità delle opere al netto del rapporto costi/benefici per il territorio; 3) materiali e metodi di realizzazione.

Queste opere, da quella ritenuta più utile a quella per la quale molti vorrebbero fare a meno per le ragioni diverse (comprese quelle di natura ideologica), avranno il loro impatto con l’ambiente. E’ necessario quindi considerare le conseguenze idrogeologiche (deflusso delle acque pluviali), e agronomiche (erosione della biodiversità), il consumo di suolo e le conseguenti ricadute economiche e sociali.

In genere quando si parla di realizzazione di impianti, che siano sportivi, commerciali, nonché edifici destinati ad uso sanitario e/o abitativo pubblico e/o privato, non si può non pensare ai metri cubi di cemento armato che saranno utilizzati, ma anche a tutte quelle aziende, maestranze e manovalanze (e relative famiglie) del territorio, le quali potrebbero trarre vantaggio immediato o nocumento nel lungo termine, dalla realizzazione di queste opere.

Riteniamo che tutte le opere che presto interesseranno il nostro territorio, a seconda di come e dove saranno realizzate (metodi, appalti, tecnologie e materiali), potrebbero rappresentare l’opportunità di grandi benefici per il territorio stesso, una iattura o la combinazione di entrambe. E’ necessario, a tal proposito, che alle procedure di realizzazione, ai processi di programmazione, realizzazione e monitoraggio delle opere stesse, i portatori di interessi (la cittadinanza, più o meno organizzata), partecipino attivamente.

Cosa accadrà, ad esempio, a valle della realizzazione del nuovo ospedale e dell’outlet una volta realizzati? Non vorremmo trovarci difronte al ripetersi di quanto è accaduto, e in buona parte ancora accade, da Montalbano fino a valle in località Tavernese. Qui, nonostante nell’ultimo decennio sia intervenuta la realizzazione del canale di regimentazione delle acque che arriva fino a mare, e per il quale sono stati alterati e consumati decine di chilometri di territorio, fino alla ferita inferta alla duna fossile, il problema delle alluvioni non è stato del tutto risolto. Le condizioni attuale del canale, in cui si riversano rifiuti di ogni sorta, come ampiamente decumentabile e documentato, sono a dir poco vergognose.

Riteniamo siano necessari, una riflessione e un confronto pubblico, diffuso e condiviso con la cittadinanza, per addivenire alla ragione di un paradigma comune, un approccio cosciente e consapevole, riguardo le scelte della politica in tema di infrastrutture, poiché, come è evidente queste impattano spesso negativamente, tanto con l’ambiente, quanto con la comunità.

Giuseppe Vinci – Terra d’Egnazia (Onlus)

L’ultima spiaggia….non sarà l’ultimo scoglio….

12 martedì Nov 2013

Posted by terradegnazia in Ambiente, Editoriale, Paesaggio, Territorio

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di Giambattista Giannoccaro

Appena conclusa la stagione estiva ritornano anche in Puglia, e nello specifico sulla costa monopolitano-fasanese, tutti i problemi connessi al rilascio di concessioni demaniali a scopo balneare. Si susseguono denunce e segnalazioni da parte di liberi cittadini, che negli ultimi mesi hanno dato vita a comitati di salvaguardia della costa, relative a chiusura del libero accesso alle spiagge di stabilimenti già esistenti e chiusure di accessi per nuove concessioni su calette dove invece dovrebbe essere vietato l’accesso, la balneazione e la navigazione per motivi di dissesto  idrogeologico.

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Porto Marzano Piccolo – Monopoli (Foto di Salviamo Porto Marzano Piccolo)
L’accesso alla scogliera e alla spiaggia è impedito da una cancellata.

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Porto Marzano Piccolo (Foto di Salviamo Porto Marzano Piccolo)
Divieto di Accesso, Balneazione e Navigazione per Dissesto Idro-Geologico
Il cartello installato all’inizio dell’estate 2013 ora è svanito nel nulla.

La prima segnalazione parte da un gruppo di cittadini monopolitani pronti a salvaguardare il libero accesso alla loro piccola spiaggia di Porto Marzano Piccolo, che una mattina di ottobre 2013 si sono visti impedire l’accesso alla spiaggia dai tempi dei nonni liberamente frequentata. Il problema riguarda comunque l’intera fascia costiera ma la notizia che  lascia sconcertati è che la spiaggia in questione, come risulta dal SID Mit (Sistema Informativo  Demanio marittimo) è già da diversi anni privata come è privata la scogliera circostante.

Porto Marzano Piccolo

Porto Marzano Piccolo – Estratto dal SID marittimo
Linea blu > Linea di costa
Linea rossa > Dividente demaniale
Area grigia > Proprietà privata
Area gialla > Proprietà demaniale

Tutti ci chiediamo come sia possibile che una zona di demanio marittimo possa essere nelle mani di privati e questo ci deve far riflettere quali siano i destini delle nostre spiagge nel caso il governo proceda con la vendita di detto patrimonio, per recuperare somme necessarie per ripianare i conti dello stato con l’ennesima manovra di stabilità, ma soprattutto dobbiamo riflettere su quanto sia da stupidi(?) vendere un patrimonio che in realtà potrebbe fruttare molto più se gestito in maniera più intelligente e trasparente..

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Mentre ci accingiamo a pubblicare questo articolo dai senatori del Pd arriva un emendamento ‘fotocopia’ di quelli del Pdl sulla vendita delle spiagge. (l’Haffington Post) La proposta di modifica all legge di stabilità, firmata da Granaiola, Tomaselli, Albano, Caleo, Fabbri, Favero Marcucci, Padua e Vattuone, è sostanzialmente identica a quella presentata dal Pdl se non nella parte relativa alla proroga delle concessioni che non prevede il diritto di prelazione legale. Ma c’è già una retromarcia “Ho ritirato la mia firma dall’emendamento della collega Manuela Granaiola sulla sdemanializzazione delle spiagge, in quanto ad un più approfondito esame tale ipotesi risulterebbe difficilmente applicabile su scala nazionale”. Lo rende noto il senatore Andrea Marcucci

“Le aree ricomprese tra la dividente demaniale e la linea di costa occupata da manufatti di qualsiasi genere connessi al suolo, stabilmente destinate ad attività di servizi con finalità turistico ricreativa, ivi comprese le aree occupate da strutture e attrezzature anche amovibili asservite alla medesima attività – si legge nel testo – sono individuate con atto ricognitivo-dirigenziale dalle agenzie del demanio e riconosciute non più appartenenti a demanio marittimo con decreto interministeriale emanato dal ministro dei Trasporti e della Navigazione di concerto con quello delle Finanze sentita la Regione e l’ente locale competenti”.

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Come chiede la Commissione Europea con la Direttiva Bolkestein, approvata all’unanimità all’epoca di Romano Prodi,  per la Concorrenza e il Mercato Interno, nel 2015 i permessi per gli stabilimenti “dovrebbero” essere riassegnati con gara di evidenza pubblica. La proposta si pone l’obiettivo di “eliminare gli ostacoli alla libertà di stabilimento dei prestatori negli Stati membri e alla libera circolazione dei servizi tra Stati membri nonché garantire ai destinatari e ai prestatori la certezza giuridica necessaria all’effettivo esercizio di queste due libertà fondamentali del trattato.”

La Commissione europea aveva aperto nel 2008 una procedura d’infrazione contro l’Italia per il suo sistema di rinnovo automatico delle concessioni, considerato un ostacolo al libero mercato. Il 13 maggio 2011, con Michela Vittoria Brambilla del Pdl ministro del Turismo, il governo aveva lanciato l’idea di un decreto che introduceva il cosiddetto “diritto di superficie” su coste e litorali per 90 anni, innescando un certo disappunto da parte di Bruxelles. Se i 90 anni non sono mai passati, l’articolo 11 della legge comunitaria adottata il 30 novembre 2011 ha consentito a Bruxelles di chiudere la procedura d’infrazione verso l’Italia eliminando il rinnovo automatico delle concessioni. Rinnovo automatico-proroga che, dunque, continua ad essere tirato fuori. Il risultato portato a casa è stato quello di ulteriori salatissime sanzioni.

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Oggi, prima che tutto ciò accada, l’Italia vorrebbe risolvere l’ennesimo papocchio in cui si è trovata, a causa del suo evidente malgoverno, di tanta malafede ed argomentazioni che non possono non far pensare che tutto ciò è orchestrato per soddisfare i soli interessi dei privati.

Da un articolo pubblicato su Il Fatto quotidiano online, blog di Fabio Balocco, 11 novembre 2013, relativo alla gestione dei beni demaniali da parte dello Stato, che “ è sempre più pronto a tagliare i servizi pubblici essenziali e sempre  più prono a soddisfare i desideri dei privati che prosperano sullo sfruttamento dei beni della collettività”.

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Secondo il WWF sui nostri litorali ci sono 12.000 stabilimenti balneari (erano 5.368 nel 2001, cioè meno della metà), uno ogni 350 metri, per un totale di almeno 18.000.000 metri quadri e 900 km occupati – ovvero quasi un quarto della costa idonea alla balneazione (lo sono 4.000 km sugli 8.000 km di coste italiane). Un giro di affari che interessa 30.000 aziende Un giro di affari con canoni spesso irrisori rispetto ai reali profitti delle strutture attuali, dove dall’affitto di sdraio e ombrelloni si è passati a vere e proprie ‘cittadelle permanenti’ di servizi commerciali, piscine, negozi, ecc,  favorito da un’applicazione normativa sulle aree demaniali che ha travalicato lo spirito della legge..

“Nel 2012 l’Agenzia del Demanio ha incassato 102,6 milioni di euro dagli imprenditori delle spiagge” continua Il Fatto Quotidiano, “in media, poco più di 3 mila euro a testa per stabilimenti che possono superare i 10 mila metri quadri e i 10 mila euro a testa di abbonamento stagionale, un inezia. Questo senza contare l’evasione fiscale relativa ai lauti guadagni. Guadagni che potrebbero essere addirittura un quintuplo dell’effettivo!.

Buona parte delle concessioni oggi sono state date senza gare ad evidenza pubblica e si rinnovano automaticamente alla scadenza. Chiaro che l’applicazione della “direttiva servizi” costituirà una bella svolta per il florido mercato delle concessioni marittime, e magari per i rapporti clientelari che intercorrono tra i gestori e le amministrazioni pubbliche. Però, se le spiagge prima del 2015 si vendessero, beh allora cambierebbe tutto. Povera, sempre più povera Italia.”

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E’ evidente l’ulteriore mala fede su cui si fondano le motivazioni di vendere il prezioso patrimonio pubblico, argomentando motivazioni di emergenza per mettere le mani su beni inalienabili e sempre a scapito della gente comune.

E’ evidente la necessità di regolamentare  la materia delle concessioni demaniali soprattutto la dove la peculiarità dei territori, come quelli pugliesi, dove le spiagge sono ridottissime e l’accessibilità non garantita a tutti a causa dell’inosservanza dell’abbattimento delle barriere architettoniche, non garantendo il libero accesso ai disabili,  agli anziani e alle famiglie con neonati.

mare sab 10 novembre 2013 021

Pensiamo a gestirlo questo patrimonio. Probabilmente ne ricaveremo anche più di quanto si prospettano di ricavare i volponi che vogliono depredare l’ultimo angolo di spazio pubblico, l’ultima spiaggia … non sarà l’ultimo scoglio …

Italia Bene Comune: l’appello di Terra d’Egnazia

10 giovedì Ott 2013

Posted by terradegnazia in Editoriale

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Tag

demanio, governo, larghe intese, Letta, patrimonio, pubblico, referendum, spiagge, Terra d'Egnazia, Territorio

Asta demanio

Il governo delle “larghe intese“, a cavallo tra ricatti trasversali e interessi speculativi, rilancia la malsana, antidemocratica e anticostituzionale proposta di alienare il patrimonio pubblico. Il pretesto è ancora una volta il debito pubblico, l’austerity, i parametri europei di stabilità economica.

Una strada che aveva già tentato di percorrere l’ex ministro Tremonti durante l’ultimo governo Berlusconi. Un indirizzo scellerato fermato dalla grande affermazione popolare dei referendum sui beni comuni del 2011, che i governi successivi (compreso l’attuale), non hanno ancora applicato nella loro interezza. Una volontà popolare che, a quanto pare, il governo non ha alcuna intenzione di rispettare, facendo carta straccio dell’ultimo lembo di sovranità popolare.

Si tratta proprio quei beni pubblici che fanno dell’Italia una nazione, una patria: culla di culture e civiltà, di diritti e libertà. Tra i beni da alienare (in realtà si tratterebbe di una vera e propria svendita), ci sarebbero anche e soprattutto i beni del demanio, appunto, i beni del “pubblico dominio” (Codice Civile art. 822 e segg.): i lidi, le spiagge, le rade e i porti, i fiumi, i torrenti, i laghi e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia (c.c. 2774, Cod. Nav. 28, 29, 692); i beni artistici e culturali, il patrimonio archeologico e le opere destinate alla difesa nazionale.

La proposta avanzata dal governo Letta (la dove non sono riusciti i governi precedenti), decreterebbe così la fine dello Stato democratico, dei beni pubblici, delle libertà civili; annullerebbe millenni di storia e cultura, secoli di conquiste sociali e politiche, farebbe dell’Italia uno stato neo-feudale che si fonda sul diritto di pochi padroni e sul dovere imposto a una moltitudine di servi paganti, più che cittadini di diritto.

Sin dalla sua costituzione Terra d’Egnazia si batte per l’affermazione dei beni pubblici, affinché restino nella disponibilità dei beni inalienabili dello Stato e svolgano, al di la dalle logiche del profitto, la loro funzione di bene comune a disposizione di ogni cittadino.

Un appello, il nostro, un grido d’allarme, che affonda la sua emergenza e ragion d’essere, in una regione come la Puglia, in cui ben 865 km di costa, sono già da tempo preda delle mire speculative di affaristi senza scrupolo, intenti a saccheggiare il territorio e il patrimonio pubblico con l’intento esclusivo del profitto individuale, ai danni dell’ambiente e dell’interesse collettivo.

Vi invitiamo a condividere il nostro appello utilizzando anche l’area commenti.

La solitudine delle idee

01 martedì Ott 2013

Posted by terradegnazia in Editoriale

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1° Camp, Fabrizio Bottini, Fasano, Giambattista Giannoccaro, Monopoli, Terra d'Eganzia

di Giambattista Giannoccaro

Sabato 21 Settembre, il Camp. Lascio suonare la sveglia regolata per le 07:00 La notte è stata insonne con lo sguardo verso la finestra cercando di far incastrare tempi e problemi di quanto da un mese non ci ha dato tregua. 

Le luci della strada si sono appena spente, infilo le ciabatte lasciate sotto al letto prima di decidere che potevo meritarmi un po’ di riposo. “La solitudine delle idee”, per caso o per volere del fato, viene trasmessa alla radio.

Erano le tre, quando avevo appena completato il lavoro di presentazione delle slide del mio intervento alla conferenza. Fino al giorno prima, eravamo tutti insieme a cercare di non lasciare nulla al caso per la logistica del palco che ospiterà gli artisti. Musicisti che suoneranno, ballerini che danzeranno, attori che si esibiranno.

A quell’ora, da veri nottambuli, che non ci capitava di vivere dai tempi delle nottate passate a disegnare prima degli esami, o quando io e mia moglie Anna fummo svegliati dalle contrazioni della sua pancia nel momento in cui Bartolomeo decise di venire al mondo, una lacrima penzoloni intristiva il mio volto. E intanto mi chiedevo se avessi fatto tutto per dare agli otto anni di mio figlio la stessa possibilità di godere delle sensazioni che questa terra mi ha dato: nelle scorribande di bambino, fra lame, ulivi secolari, calette naturali e fondali marini.

Lo scenario naturale è fatto di onde increspate dal vento che mescola allo stesso tempo i profumi del mare a quelli di timo. Lo scenario fantastico è quello di imponenti scenografie e quinte monumentali, restituite dal tempo di quell’antico insediamento, tra terra e mare, tra il muraglione e l’acropoli attraversati dalla via Traiana.

Anna e Bartolomeo dormono estenuati dalle ridondanti parole pronunciate dalla phonocar improvvisata con una Panda per le vie della città, per fare in modo che le aspettative degli espositori della Mostra Mercato fossero ripagate, che gli invitati alla conferenza avessero voce ed immagini e che i ciclo passeggiatori avessero strada anche per le loro ruote libere.

Fabrizio Bottini, mi ha appena messaggiato. Ha raggiunto il B&B, farà colazione e poi andremo un po’ in giro per mari e monti.

E’ il giorno del Camp (si legge come si scrive), è il meeting all’aperto dei cittadini della Terra d’Egnazia. E’ il giorno in cui i cittadini della Terra d’Egnazia hanno deciso di rimettersi insieme per sentirsi partecipi da un lato ed osservatori attenti dall’altro, tutto e solo per amore e per le sorti della propria terra e di chi la vive. Il giorno in cui gente comune ha deciso di dare vita alla “presa” del territorio. Eppure c’è chi, da essere il paladino dell’ambiente, e invece di combattere coloro che si sono macchiati della complicità degli scempi (avallati dallo Stato), ha pensato bene di rovesciarci addosso ogni sorta d’invettiva. E neppure viso a viso, ma nascondendosi dietro una tastiera digitale. Vomito digitale.

Un sogno, utopistico, ma solo per gli scettici. Servi e vittime delle idee di chi comanda. Sapessero… Sapessero quanta gente, accorsa in massa, avrebbe voluto ascoltare anche i motivi del loro scetticismo ad oltranza. Per capire anche il senso delle loro, spesso inconsistenti, provocazioni. Ci è voluto poco per capire che non avrebbero avuto nulla da dire. Hanno perso un occasione, non so dirvi se sia l’ultima. L’invito lo avevano ricevuto, assieme ai loro burattinai. Hanno perso un’occasione anche per ascoltare quanto la gente ha da dire, quanto la gente ha da fare, per evitare di essere stranieri in casa e riprendere a godere degli scenari, del paesaggio, della natura che questo territorio, la Terra d’Egnazia, ha ancora da esprimere. Hanno perso un’occasione per comprendere le origini dei loro fallimenti e che c’è un popolo che ha voglia di partecipazione.

E’ sempre meno, il tempo che ci resta per riprenderci il fagotto depredato, e per non restare soli, con le nostre idee.

Le ragioni del Piano (PPTR)

26 giovedì Set 2013

Posted by terradegnazia in Editoriale

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Fasano, Monopoli, Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, PPTR, Puglia, Terra d'Egnazia

Dopo l’adozione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), oltre alle tante lodi ricevute, si sono immediatamente scatenate le critiche dai fronti di quelle amministrazioni, fra cui come è noto vi sono quelle di Monopoli e Fasano, che non condividerebbero le azioni del piano sullo sviluppo dei territori poiché imporrebbe “troppi vincoli”.

La stessa Barbanente, Vice-presidente ed Assessore al Territorio della Regione Puglia, nonché docente di urbanistica ed uno dei massimi esponenti nazionali del dibattito contemporaneo sui temi legati al territorio, al paesaggio, alla pianificazione urbanistica in generale, si era immediatamente sentita in dovere di spiegare la prima natura del PPTR. Innanzitutto prendendo atto che purtroppo questa è “l’atavica resistenza al cambiamento che alimenta l’abitudine a pensare ai Piani paesaggistici in termini di vincoli” e subito dopo sottolineando che invece “un Piano Paesaggistico è prima di ogni cosa un atteggiamento culturale”. Inoltre cerca di spiegare, a chi ancora non ha avuto modo di “studiare” il PPTR, che è vero che uno strumento sovraordinato deve tener conto degli strumenti urbanistici locali già approvati, ed infatti non è vero che non ne tiene conto ma anzi ne facilita il funzionamento poiché questi piani “sono lo strumento per perseguire azioni programmatiche di riqualificazione urbana, di integrazione tra paesaggio e insediamenti, di miglioramento della qualità edilizia stessa.”

Il Piano Paesaggistico pugliese, adeguato al Codice dei Beni culturali e del Paesaggio stabilisce un principio, in qualche modo rivoluzionario: “I piani regolatori comunali, adeguati al Piano Paesaggistico regionale – che a sua volta è elaborato in conformità al Codice dei beni culturali – godono di semplificazioni amministrative”. Ed ancora, “tutela e valorizzazione vissute non più come ostacolo, vincolo e impedimento, ma praticate e vissute invece come valore aggiunto rispetto alla quotidianità delle attività ordinarie”. Dobbiamo, tutti insieme, a cominciare dai nostri amministratori, imparare a comprendere pienamente questo valore intrinseco che aiuta, che educa, che promuove una svolta culturale attraverso strumenti di trasformazione, valorizzazione del territorio, “per uscire dalle secche e dalle derive di processi di omologazione degli sviluppi urbanistici e territoriali, che da tempo fanno di tutto il mondo lo stesso paese”.

Vorrei inoltre sottolineare che, uno degli obbiettivi fondamentali di questa associazione (Terra d’Eganzia, ndr), nell’affermare il diritto/dovere alla città ed al territorio, si realizza anche attraverso la “Mobilità lenta, per rendere più accessibile i territori. Rapporto città/campagna, per riqualificare periferie e contorni urbani. 100 ha. al giorno di consumo o sciupio del suolo agricolo non sono evidentemente sostenibili. Riqualificazione anche delle fasce costiere e interventi efficaci per arginarne le erosioni. Recupero delle ‘sapienze’ locali, quelle che razionalizzavano spontaneamente l’invasività degli interventi”…..

Sembra quasi, ma è chiaramente una simpatica provocazione, che queste parole siano state prese dal nostro programma e per questo l’associazione Terra d’Egnazia ha messo già in campo, con tutti i mezzi a sua disposizione, un azione di promozione ed “educazione” ai temi qui citati ed il 1° Camp del 21 e 22 settembre scorso è stato il nostro primo passo in questa direzione.

(G.G.)

Ciclopasseggiando nei percorsi narrativi della Terra d’Egnazia

23 lunedì Set 2013

Posted by terradegnazia in Editoriale

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1° Camp, Archeolido, ciclopasseggiata, Fasano, Monopoli, percorsi narrativi, Settimana Europea della Mobilità Sostenibile 2013, Terra d'Egnazia

Domenica 22 settembre: un resoconto serio e qualche foto semiseria

Splendida mattinata, a coronamento del 1° Camp Terra d’Egnazia e della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile 2013, pedalando attraverso le nostre campagne, ricche di ulivi secolari, lame, masserie, muretti a secco, e tutto quello che la nostra terra sa raccontare.

La bicicletta è il mezzo ideale per percorrere un itinerario narrativo e consente di assumere un diverso atteggiamento culturale sul paesaggio e sulla risignificazione del senso dei “materiali” che lo compongono. Saper leggere l’architettura e l’urbanistica con tutto il loro spessore fisico e simbolico, riappropriandosi di nuovo linguaggio, è una scelta consapevole di partecipazione alle trasformazioni del territorio. Le nostre due ciclo-passeggiate, da Monopoli e Fasano, hanno voluto dare inizio a questo percorso formativo.

E l’incontro tra i due gruppi di ciclisti, avvenuto all’Archeolido Penna Grande, nei pressi del Parco Archeologico di Egnazia, oltre ad un bel momento di socialità, ha rappresentato per noi un momento fortemente simbolico in cui riscoprire che condividiamo le stesse radici, le radici che affondano nella Terra d’Egnazia.

Ringraziamo l’Archeolido Penna Grande per l’ospitalità; i Corpi di Polizia Municipale di Monopoli e Fasano per l’efficienza e la disponibilità; le ASD “Cicloclub” Monopoli e “Polisportiva CicloClub” Fasano per la nutrita partecipazione e la preziosa collaborazione; Cicli Longo Ostuni e Ciclofficina “A Ruota Libera” Fasano per l’assistenza tecnica.

E, soprattutto, ringraziamo i numerosi i partecipanti che hanno voluto condividere con noi questa giornata e intraprendere insieme questo cammino!

Inizia il raduno a Monopoli. I Vigili Urbani sono già pronti per scortarci fuori porta in sicurezza!
Continuano gli arrivi
Combriccola del gentil sesso attende la partenza 🙂

Il presidente dell’associazione illustra il significato della ciclopasseggiata. Si registrano tentativi di fuga…
“Sta mano po esse fero e po esse piuma…” (cit) Ma no, siete liberi di partecipare 😀
Alla fine a Monopoli conteremo 42 partecipanti

Tutti pronti per pedalare…
A preside’, t’ho detto la prima a destra!

Partiti!
Il serpentone svicola dal centro abitato
Oh oh, abbiamo un clandestino a bordo…

Il presidente del Cicloclub Monopoli
Ancora amici del Cicloclub

Si pedala e si chiacchiera
Ecco i percorsi che amiamo!
Scusi giovane, mi rovina la visuale 🙂

E chi l’ha detto che i ciclisti sportivi disdegnino le passeggiate?
Grazie a Manisporche per la partecipazione!
Hola!

Si fa conoscenza e si chiacchiera lungo la strada
Ehi ragassi, ma non è che le signorine lì dietro vi stanno seguendo?

Chiacchiere a raffica
Terra d’Egnazia aderisce alla campagna #salvaiciclisti!
Notare In primo piano la borsa “bike-friendly”

Breve sosta al passaggio a livello per ricompattare il gruppo
Hai visto mai che qualche altro genitore prende esempio…

Campi e ulivi secolari
Ciclisti e ulivi…
Ulivi e ciclisti…

Breve sosta lungo il percorso…
…il presidente dell’associazione, Giambattista Gianni Giannoccaro, ci racconta le particolarità del nostro territorio che degrada dolcemente verso il mare…
Una bella masseria apparentemente in stato di abbandono 😦

Gli atleti del Cicloclub Monopoli portano sulle maglie il logo di #salvaiciclisti per testimoniare in prima persona l’importanza della sicurezza sulle strade
Giovane ciclista su sfondo cielo 🙂

Rotolando verso sud…

Sculture modellate dalla natura nel corso di secoli…
Il nostro territorio è un museo a cielo aperto!
Opera unica

Ci siamo tutti: grandi, piccini, ciclisti della domenica, ciclisti urbani e ciclisti sportivi!
Ed eccoci all’Archeolido: uva, taralli, biscotti e acqua fresca per tutti…
Gemelli? Cloni?

I due gruppi, provenienti da Monopoli e Fasano, si incontrano
Ehm… vicepresidente, che espressione seria 😐

Evvai, da Fasano è arrivata anche una cargo-bike con pupo a bordo!
Paparazza paparazzata mentre paparazzava
Una piccola pausa sulla via del ritorno…

…e nel frattempo c’è chi scruta l’orizzonte…
…e chi si mette in posa 🙂
E infine… si rientra per la braciola domenicale! Ah già, dimenticavo, ma se siamo usciti presto stamane, chi l’ha cucinata la braciola??? Nonna arriviamooooo…

Un successo, nonostante il service!

22 domenica Set 2013

Posted by terradegnazia in Editoriale

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1° Camp, AccordiAbili, Eganzia, Service, Terra, Vincenzo Deluci

1° Camp Terra d’Egnazia: il bilancio

Circa 1000 presenze (qualcuna in più, nell’arco di tempo dalle 16.00 alle 24.00) hanno decretato il successo della manifestazione. Nonostante il vento di maestrale e non pochi inconvenienti tecnici legati al service, abbiano rischiato di condizionare la serena fruizione dell’evento.

I problemi tecnici e i conseguenti ritardi nella gestione della scaletta di programma, non sono riusciti ad intaccare un progetto di grande condivisione e partecipazione curato nei minimi dettagli. Fatta eccezione per la parte della conferenza dedicata al tema “Territorio e Cittadinanza”, quella curata dallo stesso presidente di Terra d’Egnazia – che rappresenta l’approdo del progetto – ed una parte dello spettacolo curato da AccordiAbili. In particolare, la sorpresa musicale preparata da Vincenzo Deluci appositamente per Terra d’Egnazia è rimasta insvelata. L’attesa e la curiosità saranno soddisfatte presto! Il resto ha funzionato alla perfezione.

Ancora questa mattina abbiamo incassato tantissimi complimenti e la soddisfazione dei presenti. Hanno funzionato la grande partecipazione e condivisione da parte di tutti, partner, operatori, ospiti, aziende, artisti, artigiani e associazioni, che hanno profuso grande impegno e dedizione per la tenuta dell’evento, per affermare e celebrare il grande amore per la nostra terra e per questo progetto.

Così la ciclopasseggiata, realizzata in collaborazione con le ASD Polisport Cicloclub Fasano e Cicloclub Monopoli e svoltasi sotto l’egida di#salvaiciclisti. E’ stata un successo di presenze ed entusiasmo: un totale di 80 partecipanti tra Fasano e Monopoli si sono ritrovati questa mattina ad Egnazia per coronare l’evento con una delle più importanti pratiche di buona cittadinanza: la mobilità dolce e sostenibile.

A tutti questi va il devoto ringraziamento dei soci di Terra d’Egnazia. Con la giornata di oggi, ai fondatori si aggiungono più di 100 adesioni, tra soci ordinari e sostenitori, e in sole 12 ore! Queste saranno le nostre colonne portanti su cui reggeremo il nostro progetto come una vera e propria volta celeste. Sarà un edificio di grande condivisione e consapevolezza, il nostro tributo al nostro meraviglioso e fragile territorio.

Per le mancanze e gli imprevisti avremo modo di recuperare e di rifarci, a cominciare dall’omaggio musicale che Vincenzo Deluci ha voluto donare alla nostra terra, la Terra d’Egnazia. A presto, molto presto!

I nostri ringraziamenti per la collaborazione ai nostri preziosi e insostituibili partner:

Archeolido Penna Grande – Egnazia,  AccordiAbili (Vincenzo Deluci e Fabrizio Giannuzzi), Circolo Arci Eliogabalo, Pietre Vive, Equilibrio Dinamico, Libera Presidio di Fasano, Fiab, #salvaiciclisti, Mani Sporche, Movimento InComune, Studio Tesla Architettura Fasano-Milano, Marco Acquaviva, Pierluca Ditano, Antonello Martinez Gianfreda, Giuseppe Pugliese, i Comuni di Fasano e di Monopoli, le Provincie di Bari e di Brindisi, la Regione Puglia, i Corpi di Polizia Municipale di Monopoli e Fasano;

e ancora:

Ass. Insieme – Casalini
Calce Viva – Adriatica Legnami
Cosimo Vinci – Pastellone (lavorazione coccio pesto e intonaci)
Ittimar Basso Adriatico
Cupertino Abbigliamento Fasano
ForEl  Fasano
Agrisud Fasano
CRI Comitato di Fasano
Autolinee
Lentini Monopoli
PubliVisual Fasano
Cicli Longo Ostuni
Supermercati Olive
Mileti Immobiliare Fasano
Ciclofficina Ruota Libera Fasano
Azienda Agricola Ricupero
Azienda Agricola l’Ape e la Coccinella
Antonella Rubino (artigiana)
Piero Schiavone (sculture con materiali di recupero)
Gigi Rizzo (Zampognaro)
GiuinLab (laboratorio di ceramiche e tessuti)
Apezie di Serafina Di Gioia (apicultrice)
Maya Creazioni di Marilena Licci (terracotta e cuoio)
Patrizia Pagliarulo (saponi artigianali)
Graziano Paciello (lavorazione del legno )
Ass. Artlinos di Monopoli (gioielli con riciclo plastica, lavorazione ferro battuto e legno, modelli di gozzi)
Vincenza Giannoccaro (artigiana del Fimo)
Pedone Working-Equilibrium (bioedilizia)
DAMAR afilliato Proacqua group – Erogatori acqua
Carlo Argento (lavorazione pietra)
Istituto Basile Caramia – Locorotondo
CAVI (latticini)
Semeraro Mario (lavorazione manufatti in pietra)
Zona Sound Fasano
Gattacicova (Officina Creativa Pugliese)
Todisco Nicola (articoli e soluzioni per il settore caseario enologico)
Emergency Monopoli
Vittoria Laruccia – Hand Made
Monica Rizzi (Lampadamigiane)
Lisa Donnaloia “Mamè and Made” (creazioni artistiche in stoffa)

L’autunno e il melograno

20 venerdì Set 2013

Posted by terradegnazia in Editoriale, Paesaggio

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Tag

Giuseppe Vinci, Melograno, Poesia, Terra d'Egnazia

_DSC0040

Ci saluta l’estate con la luna piena
e già perde la prima falce

dalle mura in rovina l’osservo
contemplando cielo e mare

nei riflessi d’argento
mentre l’autunno è li
dietro l’uscio delle stagioni

tiepido il giorno fredda la notte
tra la brezza madida del mare
dove l’incantesimo rapisce il cuor gentile
per condurlo lieve tra le braccia della dea madre

li s’apre e fruttifica il melograno

[alla mia terra, terra di mezzo tra civiltà e culture, alla Terra d’Egnazia – gv]

Sul Piano Paesaggistico Territoriale Regionale

14 sabato Set 2013

Posted by terradegnazia in Editoriale, Paesaggio

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1° Camp, Barbanente, Egnazia, Fasano, Monopoli, Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, PPTR, Puglia, Regione

piano_paesaggistico

Accogliamo con favore e viva speranza le parole dell’assessore regionale all’urbanistica, dott.ssa Angela Barbanente, riguardo il Piano Paesaggistico Territorioale Regionale.

E’ infatti proprio la questione identitaria dei territori, – fatta di radici culturali, saperi, arti, produzioni tipiche, buone pratiche – la necessità della tutela e conservazione, la priorità, meglio, l’emergenza che ha portato alla nascita della nostra Onlus.

Il I° Camp Terra d’Egnazia, un evento culturale dedicato al tema “Territorio e Cittadinanza”, vuole porre le basi per un dibattito collettivo e perenne, affinché il futuro dei territori, a cominciare dal nostro, non passi (come purtroppo accade da anni) esclusivamente attraverso i soli portatori di interessi economici, spesso speculativi e lesivi dei territori stessi e di chi li vive.

Lo scenario a cui assistiamo inermi da anni è precarietà, sfruttamento e assenza di lavoro, concessioni edilizie e demaniali assurde, consumo di suolo, espianti di ulivi secolari, cecità verso l’ambiente, assenza di politiche di housing sociale, assenza di politiche a favore della mobilità sostenibile, privatizzazione di beni comuni (culturali, ambientali, storici, artistici, architettonici e archeologici).

Terra d’Egnazia si augura e s’impegna attivamente, affinché la Regione Puglia con il Piano Paesaggistico, possa invertire la rotta di una regione che, per la sua ricchezza, stimola gli appetiti degli speculatori da sempre impegnati ad accaparrarsi e a sfruttare intere porzioni di territorio, beni comuni compresi.

Così l’assessore Barbanente sul PPTR:

«Un piano è innanzitutto un evento culturale in quanto le trasformazioni che esso è in grado di indurre non si misurano solo con la sua cogenza tecnico-normativa, ma anche con la capacità di trasformazione delle culture degli attori che quotidianamente producono il territorio e il paesaggio.

Attivare nel piano processi di democrazia partecipativa dovrebbe consentire alle popolazioni locali di prendere coscienza dei valori patrimoniali del territorio esercitando in questo modo un controllo sociale sulle azioni di trasformazione messe in atto, attraverso i processi di governance, dai produttori di paesaggio.

Affrontare lo studio del paesaggio significa anche tenere conto delle energie culturali e i caratteri identitari e simbolici delle civiltà che hanno prodotto le mutazioni nel tempo sul nostro territorio.

Dobbiamo costruire regole di trasformazione del territorio che consentano di mantenerne e svilupparne l’identità”, i valori paesaggistici ed ecologici, e che ne elevino la qualità producendo valore aggiunto territoriale con un occhio attento anche alla necessità di sburocratizzare e semplificare.

Intendiamo i paesaggi pugliesi non solo come immagine visiva (il bel paesaggio per la contemplazione e per il turismo), ma come espressione identitaria di saperi, arti, culture, produzioni tipiche in campo alimentare, artigiano, artistico, culturale; tutti elementi di una civiltà che, riscoprendo i propri valori patrimoniali, può esprimere un proprio progetto di sviluppo peculiare e durevole, in grado di competere e cooperare sui mercati globali».

Angela Barbanente, Assessore Urbanistica Regione Puglia
Bari 12 settembre 2013

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